Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Il Veccho Mondo e Le Grandi Guerre

Ultimo Aggiornamento: 27/02/2010 17:46
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 106
Città: MILANO
Età: 39
Sesso: Femminile
27/02/2010 17:46

Tratto da "Il Magico Mondo di Shannara" di Terry Brooks

“S'immagini un mondo di macchine, colmo di edifici in vetro e metallo che svettano verso il cielo. Un mondo in cui vi era un'unica Razza conosciuta, quella dell'Uomo. Le sue città coprivano quasi tutta la faccia della Terra con le macchine da lui costruite grazie a una scienza di un livello oggi immaginabile. Aveva utilizzato queste per sondare ed esplorare ogni cosa, dagli spazi esterni del cielo agli spazi interni del fondo marino. Sapeva viaggiare in lungo e largo nel mondo nel giro di poche ore, utilizzando macchine che lo trasportavano più veloce di quanto possa viaggiare qualsiasi nave volante. Il popolo del Vecchio Mondo non sapeva niente di magia. Non ne aveva bisogno. La sua era magia creata dalla tecnica, una magia che esso conosceva e poteva documentare fino ai livelli più intimi del creato. Ogni bambino veniva addestrato a capire le regole fondamentali della scienza, ogni bambino sapeva usare le macchine. Sembrava non esservi difficoltà o impresa che non potesse essere superata grazie alla scienza e a un po' di impegno. Le scoperte consentivano di vincere le malattie e guarire lesioni oltremodo invalidanti. Questo popolo aveva quasi estirpato il normale processo di invecchiamento, rallentandolo al punto che la persona normale viveva dai 100 ai 150 anni o più. Era sul punto di vincere la morte stessa e avrebbe forse potuto farlo nel giro di qualche anno se la sua civiltà fosse sopravvissuta.
Purtroppo l'attrazione dell'Uomo per la sua scienza della vita era eguagliata dalla sua passione per quella della distruzione e della morte. La scienza di per sé non è né buona né cattiva e può essere utilizzata per entrambi gli scopi, ma il bisogno dell'Uomo di essere onnipotente, di dominare ogni aspetto del dare e togliere la vita si rivelò la sua rovina. Furono create armi di potenza immaginabile, migliaia di armi con cui si poteva spazzare via una città (o il mondo intero) semplicemente premendo un pulsante. Il popolo di quell'epoca giurava che tali armi fossero state create solo per impedire i conflitti e che non vi fosse mai stata l'intenzione di usarle, ma tali armi vennero comunque costruite. IL “nemico” poteva renderne necessario l'impiego. Infatti, pur essendo l'Uomo l'unica Razza conosciuta, questi riusciva ugualmente a trovare differenze tra sé e i suoi fratelli e sorelle, differenze nel colore della pelle, nell'ubicazione della patria, nella natura della politica, e l'Uomo diffidava di tutto ciò che era diverso. I conflitti erano frequenti durante questa epoca, sebbene fossero di solito limitati a piccole zone e riguardassero soltanto piccoli gruppi di persone, ma tali conflitti cominciarono a verificarsi più spesso aumentando di numero e di gravità. Le dispute limitate si infiammarono, alimentando l'odio iniziale: si intensificarono diventando battaglie e cominciarono a diffondersi e a crescere, dando origine a guerre. Inesorabilmente, sempre più Paesi furono trascinati in queste guerre. Come un incendio originato da poche braci nell'erba secca, cominciarono a distruggere il mondo. Poi un pomeriggio le braci presero fuoco, e le armi catastrofiche (che non dovevano venire mai usate) furono fatte piovere sul mondo in una serie di massicci attacchi di rappresaglia. Congegni esplosivi di potenza inimmaginabile spazzarono via intere regioni con grandi tempeste di fuoco. Pestilenze mortali create ad arte uccisero le popolazioni di intere città, facendole imputridire dall'interno. Tutti i progressi della scienza dell'omicidio furono scatenati contro il mondo. L'ultima battaglia delle Grandi Guerre durò solo pochi istanti, ma i risultati furono la distruzione di migliaia di anni di civiltà avanzata e lo sterminio di gran parte della vita del pianeta. Come se non bastasse la violenza distruttiva delle armi, l'enorme energia liberata durante lo scontro finale innescò un cataclisma all'interno della Terra. Il pianeta si ribellò violentemente a tale offesa e reagì con terremoti ed eruzioni vulcaniche, contorcendosi mentre la pressione impartiva una nuova configurazione a vaste zone della superficie. Catene montuose precipitarono e fondali marini si sollevarono. Inondazioni flagellarono le oste mentre i ghiacci si scioglievano, e le città sprofondarono nel mare. Nelle foreste infuriava l'inferno. Il cielo era nero come in lutto per via del fumo e della cenere, mentre il mondo urlava il proprio dolore. Niente sarebbe dovuto sopravvivere, ma in qualche modo (per qualche miracolo del Verbo, forse) vi furono dei sopravvissuti. Alcune vestigia dell'umanità riuscirono a superare l'orrore solo per trovarsi di fronte a un mondo pressoché inabitabile. Per i successivi mille anni questi sopravvissuti dell'olocausto si sforzarono di resistere alle sue conseguenze. Molti subirono un mutamento irrevocabile per via di questa lotta. Alcuni sopravvissuti se la cavarono fuggendo in grandi caverne sotterranee. Si nutrirono di animali che vivevano sotto terra, strisciando e arrampicandosi nel loro ambiente aspro e tenebroso. Col tempo, il loro corpo cominciò a mutare, poiché la sopravvivenza favoriva un corpo più corto e tarchiato, una muscolatura più potente e occhi in grado di vedere bene nel buio delle grotte scarsamente illuminate. Quando emersero per vivere alla luce del sole, centinaia di anni più tardi, erano diventati molto diversi dagli Uomini, una Razza separata, e avevano sviluppato una propria lingua e cultura. Furono chiamati Nani, dal nome di creature mitiche dalle caratteristiche simili. Molti non riuscirono a trovare riparo sotto terra. La maggior parte morì, ma alcuni individui insolitamente forti riuscirono a sopravvivere all'aria avvelenata e al territorio tanto mutato. Fuggirono verso le montagne settentrionali, evolvendosi e dando origine a una feroce cultura tribale di nomadi. Soltanto i più grandi e forti furono in grado di procreare. I pochi bambini che sopravvissero furono per sempre segnati dai veleni a cui avevano resistito i loro genitori. Dopo mille anni, la loro progenie diede origine a esseri enormi e muscolosi, dalla pelle simile a corteccia, che non recavano quasi nessuna somiglianza con i loro antenati del Vecchio Mondo. Questi furono chiamati Troll. Alcuni fuggirono verso le foreste e le colline, trovando riparo come potevano, ma non abbastanza da proteggersi interamente contro l'olocausto e le sue conseguenze. Sopravvissero solamente coloro che erano piccoli, rapidi e astuti. Ma avevano soltanto una leggera protezione contro le tossine. IL loro corpo ne risultò modificato, finché essi non ebbero più un aspetto del tutto umano. I loro discendenti, al pari di quelli dei Troll, manifestavano il retaggio della loro esposizione ai veleni oltre che i tratti somatici utili a alla sopravvivenza. Secondo alcuni ne ebbero danneggiata anche la mente, sebbene questo debba ancora essere provato. Furono chiamati Gnomi. Un piccolo numero di sopravvissuti non fu praticamente toccato dal peggio della devastazione, principalmente in virtù del fatto di vivere in zone remote o protette. In mancanza di un'esposizione diretta agli influssi nocivi che crearono i Troll e gli Gnomi, o alle condizioni che fecero evolvere i Nani, emersero fisicamente, immutati. La loro civiltà però era completamente distrutta, e anch'essi regredirono a una vita di poco superiore a quella degli animali. Costituivano la Razza dell'Uomo. Quando l''Uomo emerse dalle barbarie per cominciare a ricostruire una parvenza di civiltà, scoprì altre quattro Razze e assegno loro dei nomi in base alle rispettiva caratteristiche: Nani, Troll, Gnomi ed Elfi. Sebbene gli elfi non discendessero dall'Uomo, emersero per unirsi ai sopravvissuti e furono accolti fra gli altri. Le differenze che li avevano tenuti distanti dall'Uomo per tutta la sua storia non erano più tanto evidenti con la mutazione delle nuove Razze. Furono accettati come ulteriori discendenti dell'Uomo e per molti anni tennero nascosti alle altre Razze i fatti della loro vera origine. Con la morte del Vecchio Mondo, rinacque nel nuovo mondo qualcosa di ancora più antico dell'Uomo: la magia, pressoché in disuso dopo l'antico mondo di fiaba. Perfino gli studiosi Druidi non sono certi se il cataclisma abbia innescato il risveglio della magia o se questa ci sia sempre stata, ma sia divenuta più potente una volta eliminato il mondo tecnologico. Forse la congiunzione fra i veleni di fabbricazione umana e la magia latente fu responsabile delle poderose forze arcane che si scatenarono all'interno della Terra. L'unica certezza è che la magia comparve in questi territori come forza a cui attingere sia per il bene sia per il male. Creature ante dalla magia popolavano le zone remote di questi territori. La tecnica e la scienza erano state pressoché spazzate via dal mondo, ma la magia prometteva lo stesso vaso di Pandora e poteva salvare o sedurre e distruggere tanto efficacemente quanto le armi della scienza nella precedente epoca. Sotto molti aspetti le Razze si sarebbero trovate di fronte alle stesse scelte fatali che avevano causato la rovina dei loro antenati, solo che questa volta non potevano sperare di capire la potenza intrinseca delle forze che dovevano affrontare nell'ambito della magia."


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:44. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com